Syd Barrett.
"Il sublime inizio dei Pink Floyd" by Paolo Rosati
È un suono, un’ispirazione, uno sguardo oltre l’orizzonte dei tempi.
Syd Barrett è stato un rivoluzionario: nessuno è stato in grado di costruire così tanto in così poco tempo.
Una mente che viveva fra mille labirinti, che purtroppo smarrì la via d’uscita. Forse la sua follia fu addirittura una via di fuga. Non lo sapremo mai.
Se il gruppo riuscì a supplire alla sua fuoriuscita e ad andare avanti costruendo sulle basi di Syd dei capolavori il merito è di musicisti straordinari e visionari che seppero raccogliere il testimone del vecchio leader e progettare un orizzonte assolutamente futurista e di totale avanguardia.
I Pink Floyd fino al 1970 sono l’avanguardia della musica rock.
Se i singoli iniziali e il primo album “The Piper At The Gates Of Dawn” erano stati i segnali di una svolta epocale della musica popolare del XX^ secolo, il successivo “A Saucerfull Of Secrets” e il capolavoro assoluto “Ummagumma” sono elementi di rottura assoluta col loro presente e la concretizzazione di un progetto musicale fecondo di intuizioni e concreto in fatto di risultati ottenuti.
I due album sono il fuoco sacro dell’improvvisazione di quattro musicisti eccezionali che credono in loro stessi e scavano nel profondo di loro stessi, ognuno per conto proprio, per mettere in comune con il gruppo il risultato della loro ricerca. Il lungo strumentale “A Saucerfull Of Secrets” anticipa ciò che saranno i Tangerine Dream in Germania prima e poi in Europa, il disco in studio di “Ummagumma” è musica totale, rivoluzionaria e assolutamente radicale.
Fra questi due album fantastici si staglia lo splendido “More”, una colonna sonora che di fatto è uno scrigno che strabocca di gioielli preziosi e unici, a testimonianza della capacità dei Pink Floyd come compositori di canzoni bellissime arrangiate con criteri inusitati per l’epoca. “Atom Heart Mother” è la rappresentazione in chiave progressive delle intuizioni dei singoli musicisti che vengono incastonate l’una accanto all’altra dalla geniale regia di Ron Geesin, che per l’occasione diventa una sorta di quinto menbro del gruppo, realizzando con Roger Waters l’ottimo “Music From The Body”.
David Gilmour da par suo aiuta Syd Barrett a mettere ordine al suo caos primordiale che brucia in un roveto ardente la sua ispirazione. “The Madcap Laughs” e “Barrett” sono due album follemente geniali, dove l’esuberanza creativa di Syd si placa dando vita a ballate psichedeliche acustiche assolutamente fuori da ogni schema.
Pink Floyd è il marchio di genialità, avanguardia assoluta e creatività magmatica.
Arriverà poi “Meddle” con la maestà assoluta di un brano dalla bellezza devastante come “Echoes” e un pugno di canzoni ottime anticipate dalla cavalcata dura e solenne di “One Of These Days”.
Quindi un’altra raccolta di ottime canzoni per un’altra colonna sonora che formerà “Obscured By Clouds”, prima della svolta che porterà il gruppo in orbita lunare, verso quel “lato oscuro” che costituirà l’inizio strabiliante di una nuova avventura musicale e umanistica in cui il gruppo, guidato da Roger Waters in assoluto stato di grazia, coadiuvato dalla dirompente tecnica del chitarrista cosmico David Gilmour, insieme alla visionaria ed eclettica capacità di comporre orizzonti musicali di ampio respiro di Richard Wright, e la solida concretezza di Nick Mason, racconterà la storia psichica ed emozionale dell’umanità dell’era industriale della seconda metà del ventesimo secolo.
Syd Barrett fu il grandissimo iniziatore, l’alieno che sognava mondi paralleli e li narrava in maniera stralunata e geniale attraverso canzoni incredibili e sonorità inusitate per la sua epoca.
Syd fu travolto da un successo fulminante ed ebbe un tracollo emotivo reso fatale dall’abuso di stupefacenti.
Egli rimase sempre presente come un inquieto fantasma fra le pieghe dei pensieri di Roger Waters, e non a caso quel fantasma faceva capolino nelle opere più sublimi dei Pink Floyd.